IL CINGOLO SCAPOLARE
Tutti i praticanti di arti marziali, soprattutto quelli che studiano da un po’ di tempo, sono a conoscenza dell’importanza di allenare ogni singola sezione del corpo. Questo per capire come queste si comportano e possono essere utilizzate nei movimenti e nelle tecniche, e permettere alle forze generate nello stile di attraversare liberamente il corpo fino al punto desiderato. In questa trattazione parleremo della scapola o meglio del cingolo scapolare, parte importantissima di trasmissione tra la schiena e le braccia.
Cerchiamo di analizzare anatomicamente e biomeccanicamente il cingolo scapolare.
Il cingolo scapolare collega l’arto superiore allo scheletro assiale ed è formato da due ossa: lascapola e la clavicola. La scapola è un osso piatto, largo e triangolare posto nell’area postero laterale del torace. Si articola con la testa dell’omero per formare l’articolazione della spalla e con la clavicola per formare l’articolazione acromioclaveare. La clavicola è un osso che va orizzontalmente dallo sterno all’ acromion, convesso mediamente e concavo lateralmente. Si articola con il processo acromiale della scapola e con lo sterno.
Mentre la clavicola agisce principalmente da montante, tenendo l’arto superiore lontano dal tronco e controllando la libertà di azione della scapola in modo che questa resti correttamente applicata contro il torace, la scapola, attraverso l’uso di muscoli che agiscono in sincronia l’uno con l’altro, può assumere posizioni molto varie e compiere essenzialmente sei tipologie di movimenti:retrazione, protrazione, elevazione, depressione, extrarotazione e intrarotazione.
Nonostante come già detto i muscoli del cingolo scapolare lavorino in sincronia possiamo individuare per ogni movimento i principali responsabili:
1 – Retrazione: Piccolo e grande romboide, trapezio
2 – Protrazione: Dentato anteriore, piccolo pettorale
3 – Elevazione: Trapezio (fibre superiori), elevatore della scapola
4 – Depressione: Trapezio (fibre inferiori), piccolo pettorale
5 – Extrarotazione: Trapezio, dentato anteriore
6 – Intrarotazione: Piccolo e grande romboide, elevatore della scapola, piccolo pettorale
Questi movimenti combinati con quelli dell’arto superiore generano moltissime possibilità e grande libertà di movimento, ma anche notevole instabilità intrinseca. La libertà della scapola è condizionata dal buono stato dei suoi stabilizzatori e le sue disfunzioni consistono in limitazioni dello scivolamento della scapola sul torace dovute a tensioni che, nella maggior parte dei casi, la “fissano” in una posizione pregiudizievole per la fisiologia del complesso articolare della spalla.
Tutto questo complica di molto il lavoro nel nostro allenamento. Per effettuare un pugno sarebbe sufficiente protrarre il cingolo scapolare, ponendo particolare attenzione all’uso del dentato anteriore per far sì che la scapola sia ben stabile e aderente al torace. La forza risultante però sarebbe solamente quella generata dai muscoli coinvolti nell’azione.
In considerazione della diversità dei principi che regolano le caratteristiche di funzionamento e il metodo di ogni stile di arti marziali, questa sezione del corpo non viene utilizzata sempre nella stessa maniera, e se pensate ad uno degli stili fondamento della I.T.Y.W.A., il WuXing TongBeiQuan, il cui nome significa letteralmente “attraverso la schiena”, comprenderete come il cingolo scapolare, la possibilità di muoverlo e posizionarlo nel modo corretto per permettere alle forze generate dall’uso del corpo (Shen Fa) di attraversare la schiena e di arrivare alle dita, rivesta in questo metodo un ruolo fondamentale. Un detto molto conosciuto dai praticanti di WuXing TongBeiQuan recita: “Shēn jiān yao wan tōng bei yīban” (Distendere le spalle e scuotere i polsi sono la metà del TongBei). A questo scopo è necessario che la struttura del corpo venga accuratamente studiata.
Nel WuXing TongBeiQuan la struttura rigorosa del corpo è una caratteristica fondamentale,ed è per questo che i riferimenti alle spalle nei principi e come utilizzarle sono molti. Un esempio pratico sono le parole Han Xiong – Tan Bei (rilassare il petto – arrotondare la schiena): infossare leggermente il petto in modo da rilassare l’area (Han Xiong), genera un naturale arrotondamento della parte superiore delle spalle (Tan Bei) e quindi una leggera chiusura dei gomiti. In questo casotan bei è strettamente legato alla capacità di extrarotazione delle scapole. Allo stesso modo, perché possa essere applicato il principio Fan Chang Ji Yuan (quante volte avrete sentito le parole “La tecnica è lunga e colpisce lontano”) sarà importante lavorare sul movimento della scapola nella sua extrarotazione, mantenendola rilassata (come vuole il principio cardine del WuXing TongBeiQuan),stabile e facendo sì che nella sua escursione la forza trasmessa non venga interrotta. Ne deriva che la possibilità di colpire lontano è legata a questa capacità.
Considerata l’importanza che il cingolo scapolare riveste nel TongBeiQuan, nell’allenamento tradizionale esiste un metodo ginnico atto alla mobilità della scapola, utile a migliorare l’estensione ela forza delle spalle denominato Qian Kun Zhuang. I Qian Kun Zhuang sono una serie di nove esercizi fondamentali per il TongBeiQuan, tanto che i versi della tradizione recitano: “L’inizio del TongBei è il Qian Kun Zhuang, distendere la schiena e rilassare le spalle, …”. Vengono insegnati sin dal primo giorno di allenamento, ed il loro studio viene portato avanti nel tempo quotidianamente ed in maniera minuziosa anche dai praticanti esperti.
Come vedete, riuscire nell’intento è tutt’altro che semplice. In ogni caso, mano a mano che la nostra percezione attiva della zona migliora grazie all’allenamento, riusciremo a utilizzare sempre meglio il nostro corpo sia nel gesto in sé, che nei tempi utili all’esecuzione di questo, migliorando siala velocità di esecuzione della tecnica, che la tempistica cronologica con cui utilizzare le varie sezioni.
Foto estrapolate da “Sobotta. Altante di anatomia umana” di Reinhard Putz (Autore), Reinhard Pabst (Autore), M.L. Carnazza (a cura di)